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Empatia, una nuova malattia genetica

Uno studio franco-britannico ha mostrato che l'empatia, che è la capacità umana di comprendere gli altri e prestare attenzione ai loro sentimenti, è un prodotto dell'esperienza di vita, ma è anche in qualche modo legata ai geni.
Questi risultati rappresentano un ulteriore passo avanti nella comprensione dell'autismo, che impedisce al paziente di interagire con l'ambiente circostante.

Il Pasteur Institute, che ha contribuito allo studio, che è stato pubblicato lunedì sulla rivista "Translational Psychiatry", ha affermato che è "il più grande studio genetico sull'empatia, che utilizza i dati di oltre 46" persone.
Non ci sono criteri precisi per misurare l'empatia, ma i ricercatori si sono basati su una serie di domande preparate dall'Università di Cambridge nel 2004.


I risultati del questionario sono stati confrontati con il genoma (mappa genetica) per ogni persona.
I ricercatori hanno scoperto che "una parte dell'empatia è ereditaria e almeno un decimo di questo tratto è dovuto a cause genetiche".
Lo studio ha anche mostrato che le donne "sono in media più empatiche degli uomini, ma questa differenza non ha nulla a che fare con il DNA", secondo l'Università di Cambridge.
La differenza di empatia tra uomini e donne è dovuta a "fattori biologici piuttosto che genetici" come gli ormoni, o a "fattori non biologici" come i fattori sociali.
Simon Cohen, uno degli autori dello studio, ha affermato che fare riferimento alla genetica nell'empatia "ci aiuta a capire le persone, come le persone autistiche, che hanno difficoltà a visualizzare i sentimenti degli altri, e questa difficoltà nel leggere i sentimenti degli altri può diventare una barriera più forte rispetto a qualsiasi altra disabilità".

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