Hayat Al-Fahd non è razzista e le mie affermazioni sono state fraintese
L'attrice kuwaitiana, Hayat Al-Fahd, lo ha spiegato mercoledì le sue affermazioni Sulla deportazione degli espatriati infettati dal nuovo Corona virus in Kuwait, è stato frainteso e ha affermato che non era "razzista".
In un'intervista a #اعلكم .. #Hayat Al Fahad : L'espressione mi ha tradito e le mie parole non sono razziste
Per vedere l'intervista completa https://youtube.be/bFIbbLhSUKM
Al-Fahd ha aggiunto, durante un'intervista al canale Al-Arabiya, che il suo intervento non era razzista, sottolineando che le sue parole erano state fraintese.
L'attrice kuwaitiana ha indicato che la pressione sul suo paese è aumentata in modo significativo e ha sottolineato che gli ospedali sono pieni e il Kuwait è un piccolo paese che non può tollerare la presenza di "4 milioni di persone sopra il milione di cittadini", come ha detto lei.
Hayat Al-Fahd chiede che gli espatriati con il coronavirus non vengano curati e gettati a terra
Al-Fahd ha chiesto quale sia la migliore opzione tra una persona che muore tra la sua famiglia o in esilio in modo che nessuno partecipi al suo funerale, sottolineando che lo stato tratta i trasgressori, mentre la sua preoccupazione principale rimane "rivenditori di residenze", sottolineando che si riferiva a loro perché lasciano in strada chi li porta in Kuwait in violazione nel caso non pagassero le spese che volevano.
L'attrice kuwaitiana ha affermato che la frase "li puntiamo nella terra" (li buttiamo nel deserto) le è uscita in un momento di nervosismo, accusando alcuni partiti di "phishing".
Hayat Al-Fahd ha confermato che l'espressione l'aveva già tradita e che le sue frasi si stavano sovrapponendo, rilevando che sarebbe opportuno costruire un alloggio per i lavoratori nel deserto per isolarli.
L'artista kuwaitiana ha indicato che le risorse in Kuwait non sono sufficienti per questo numero di residenti, sottolineando che se la situazione si fosse ripetuta, avrebbe espresso la sua opinione lo stesso, ma con meno emozione.